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Consumo critico: quando la consapevolezza può fare la differenza


Prodotti agricoli al mercato, mani di produttore e acquirente con mela
Associazione MetrOfficine

Avete mai sentito parlare di consumo critico? Sapete cosa si intende con questa definizione?


Il consumo critico è l’approccio per il quale, prima di procedere all’acquisto di un bene o di un servizio, un consumatore si interroga sul ciclo produttivo e di vita – fino allo smaltimento – che lo riguarda. Un consumatore critico ritiene che il rispetto in termini di impatto ambientale, etico e umano che la produzione implica sia un fattore imprescindibile e che abbia tanto valore quanto il prezzo e la qualità di ciò che si porta a casa.


Chi pratica il consumo critico è attento al benessere sia delle persone che degli animali, che dovrebbero rispecchiare i valori aziendali. Questo si traduce, ad esempio, nel non acquistare beni prodotti da allevamenti intensivi o da aziende che non riconoscono il valore e la dignità del lavoro dei propri dipendenti e collaboratori.


I consumatori critici danno vita o aderiscono a gruppi di acquisto solidale, sovente si approvvigionano da filiere corte e sostengono il km zero. Sono persone, da questo punto di vista, attente ed evolute e che si tengono il più possibile a distanza dalle logiche che il mercato della grande distribuzione cerca di imporre e dai bisogni "fittizi" che creano.


Con questo approccio, di fatto, si apre la possibilità di influenzare le scelte e le politiche di produttori e aziende, in tal senso non si riduce a un modo di fare acquisti, ma diventa un vero e proprio stile di vita.


Carrello della spese davanti a prodotti della GDO
Associazione MetrOfficine

Consumo critico: non è una scoperta dell’ultima ora

In molti, oggi, stiamo vivendo un periodo che potremmo quasi definire di “risveglio delle coscienze”, e si fa un gran parlare di consumo critico; ciò potrebbe indurci a pensare che sia una storia dei nostri giorni. In realtà è un concetto che risale addirittura agli anni ’90 del secolo scorso. È del 1995, infatti, la prima edizione della Guida al consumo critico realizzata dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo.


Come riportato sul loro sito:

«Il libro si concentra sulle principali imprese che incontriamo al supermercato. 130 schede che impresa per impresa (da Barilla a Nestlé, da Ferrero a Coca-cola) descrivono la loro struttura economica e soprattutto il loro comportamento sulla base di 11 criteri: trasparenza, abuso di potere, Sud del mondo, lavoratori, ambiente, consumatori e legalità, paradisi fiscali, regimi oppressivi, animali, armi ed eserciti, boicottaggi. L’intento è di mettere i consumatori in condizione di scegliere in base al comportamento delle imprese, in modo da punire quelle che si comportano peggio e costringerle a cambiare.»

Più ci si informa e più si scopre che le ingiustizie e gli abusi, sia ambientali che umani, sono ampiamente diffusi. Per tenere bassi i prezzi e produrre in larga scala, infatti, da qualche parte si deve rosicchiare e chi ci rimette, di solito, sono i lavoratori e il pianeta.


Oggi più che mai non si può rimanere indifferenti davanti a questi fatti, anzi, ci si deve schierare in modo che i meccanismi di sfruttamento si riducano e, si spera, cessino definitivamente. Da consumatori abbiamo un grande potere, quello di scegliere e decidere cosa acquistare e da chi. Per farlo, come è ovvio che sia, si devono conoscere le aziende, le loro storie e i loro comportamenti.


contadino che dà mangime a un gallo
Associazione MetrOfficine

Osservatorio Diritti e l’idea di un’app per il consumo critico

È per rispondere a questa esigenza che Osservatorio Diritti, il giornale online indipendente gestito dall'associazione non profit Osservatorio sui Diritti Umani, ha pensato di realizzare un’applicazione per smartphone che funga da banca dati e da punto di riferimento per i consumatori già attenti e per aiutare chi vuole entrare nel meccanismo.


L’app, che verrebbe sviluppata proprio in collaborazione con Centro Nuovo Modello di Sviluppo, metterebbe a disposizione degli utenti le informazioni relative all’impatto sociale e ambientale dei prodotti delle aziende, permettendo ai fruitori di organizzare e orientare i loro acquisti verso chi tutela i diritti umani, animali e ambientali.


Senza ombra di dubbio siamo davanti a un progetto di portata immensa e per realizzarlo occorreranno tempo e risorse non indifferenti. Proprio per questo, prima di imbarcarsi nella realizzazione pratica, Osservatorio Diritti ha chiesto ai propri lettori di rispondere a un breve sondaggio in cui esprimere il loro supporto.


Come ben sa chi ci conosce da vicino, per noi di MetrOfficine questo progetto trova pieno appoggio perché in linea con ciò che l'associazione persegue. Per questo gli abbiamo dedicato uno spazio qui, così da portarlo all'attenzione dei nostri soci e amici. Più adesioni raccoglieranno, infatti, e più saranno motivati a intraprendere questo lavoro che li costringerà ad affrontare ostacoli e, probabilmente, anche molte resistenze.


Vi ricordiamo che per partecipare al sondaggio (scorrete fino alla fine dell’articolo) e dare il vostro contributo avete tempo fino al 12 dicembre.

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